«Gli infermieri devono aiutare chi curano a essere considerato come persona. È questo che ho cercato di fare come suora e come infermiera, ed è questo che ho provato a insegnare e a tenere sempre presente nel mio lungo cammino». La lucidità, il pragmatismo e la naturalezza con cui le parole scorrono sono rimaste immutate. Lo conferma lei stessa, Suor Odilia D’Avella, decana degli infermieri: «Gli anni mi hanno un po’ ammaccata, ma per il resto sono rimasta lucida e attenta».
È stata una lezione di vita, prima ancora che professionale, quella offerta dall’ex presidente nazionale dei Collegi Ipasvi. L’occasione è di quelle importanti: nell’Aula Magna Matilde Serao dell’Università Parthenope di Napoli si celebra il 70° anniversario dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli.
Una giornata storica, organizzata dall’Opi Napoli, dedicata alla memoria, all’identità e al futuro della professione infermieristica. Tante le autorità presenti, ognuna delle quali ha portato il proprio saluto riconoscendo il ruolo fondamentale che oggi gli infermieri rivestono nella sanità pubblica e privata.
Dopo i saluti istituzionali, gli interventi intensi e di altissimo respiro filosofico di Angela Basile ed Edoardo Manzoni hanno toccato il cuore e aperto la mente a una platea attenta ed emozionata.
Numerose le targhe e i riconoscimenti che Opi Napoli ha voluto conferire ai tanti professionisti che, in settant’anni, hanno contribuito alla crescita dell’organizzazione, oggi Ente sussidiario dello Stato: dal past president Ciro Carbone, ai vertici dell’Ordine per oltre vent’anni, fino al team amministrativo che ogni giorno sostiene il lavoro della Casa degli Infermieri.
«Sono fiera, orgogliosa e molto emozionata nel rappresentare oggi, da presidente, questo lungo cammino e le tante storie che lo hanno costruito», ha dichiarato la prof.ssa Teresa Rea, presidente di Opi Napoli.
«Dobbiamo trasferire ai cittadini, ma soprattutto ai nostri giovani colleghi, l’energia emotiva che oggi ci hanno regalato quanti hanno rappresentato al meglio questa professione. Devono essere consapevoli della grandezza professionale, ma soprattutto della ricchezza umana e sociale di cui sono portatori. Solo così faremo in modo che questi esempi luminosi diventino valori universali».