“Ripristinare il clima di fiducia tra pazienti e personale sanitario”. È questo l'obiettivo annunciato da Teresa Rea, presidente dell'Ordine degli infermieri di Napoli, impegnata in una nuova campagna di sensibilizzazione sul tema delle aggressioni contro il personale ospedaliero e dei comparti d'emergenza. Un'iniziativa che all'indomani del bilancio drammatico del nuovo anno coinvolgerà sempre di più “le nuove generazioni e il mondo della scuola”, come racconta a Il Mattino.
Come è cominciato il 2025 sul fronte delle aggressioni?
“L'emergenza delle aggressioni contro medici, infermieri e operatori sanitari continua. Dal primo gennaio si sono verificati quattro episodi di violenza fisica, accompagnati spesso da minacce e insulti, accaduti a Napoli al pronto soccorso del Cto, nei due ospedali Cotugno e San Paolo e all'ospedale di Torre del Greco. È un record negativo nonostante l'introduzione dei presidi di polizia in molte strutture ospedaliere e le novità legislative introdotte che puniscono penalmente anche il reato in flagranza. I dati però non lasciano dubbi: i sanitari continuano a essere vittime di violenza”.
Ma c'è ancora chi se la prende con il personale sanitario?
“La maggior parte di questi episodi sono accomunati dall'esasperazione di pazienti e familiari per le lunghe attese o la mancanza di informazioni durante le attese. La premessa è che nessuna azione o parola violenta ha giustificazione e i colpevoli devono pagare le conseguenze delle loro azioni ma, analizzando oggettivamente i contesti, va rilevata l'incidenza dei problemi organizzativi. I pronto soccorso e i reparti di emergenza sono sovraffollati e durante le feste e l'ondata influenzale di questi giorni, lo sono ancora di più. Non c'è l'infermiere di famiglia, non si può far riferimento al medico di base o alla guardia medica, se non per qualche ora, e tutti i pazienti affollano gli ospedali”.
Che soluzioni propone?
“Deve cambiare la gestione del bisogno assistenziale con servizi sul territorio mentre, negli ospedali, basterebbe valorizzare gli infermieri che ormai sono cresciuti culturalmente e a livello formativo. Ad esempio, si potrebbe organizzare l'assistenza dei codici minori sul piano infermieristico e si tratta di quasi l'80% della platea che affolla gli ospedali e li intasa. Vanno cambiati i modelli organizzativi e assunti più infermieri anche con fondi speciali, esattamente come accade per le emergenze che riguardano il nostro Paese come un'alluvione o un terremoto perché la nostra è un'emergenza. Per quanto riguarda il nostro Ordine professionale sta per partire un'iniziativa”.
Quale iniziativa?
“Il nostro Ordine si sta impegnando per una campagna di sensibilizzazione che preferisco chiamare "di comunicazione" per far conoscere e creare consapevolezza sulle condizioni in cui lavoriamo e le priorità delle assistenze, a cominciare dalla spiegazione del meccanismo del Triage. La campagna è rivolta a tutti ma soprattutto alle scuole secondarie di primo e secondo grado dove ci recheremo fisicamente. L'iniziativa, in sinergia con l'Istituto scolastico regionale, punta alle platee dei giovani per ripristinare il rapporto di fiducia con il personale sanitario che, in questi ultimi anni, ha rivelato dei punti deboli. Non solo. Investiremo anche sulla formazione del personale sanitario per rendere gli operatori ancora più esperti nell'approccio comunicativo”.
Teresa Rea - Uno Mattina nella puntata del 7 gennaio 2025.