Potrebbe cominciare così la storia vera, che grazie a Dio ha avuto un lieto fine, e che ha per protagonisti un passante ultra-cinquantenne e una giovane infermiera napoletana. Giovedì scorso, Sabrina Pepe, infermiera nel reparto di Neonatologia dell'Ospedale San Paolo di Fuorigrotta, si trovava in via Pignasecca, fuori servizio. A circa trenta metri dall’Ospedale Vecchio Pellegrini, davanti a lei, un uomo si accascia a terra.
“Credevo fosse inciampato”, racconta Sabrina, “ma poi mi sono girata e l’ho visto seduto, sofferente, sul gradino di un negozio, con il braccio sinistro stretto al petto. Intuisco subito cosa sta succedendo e torno indietro di corsa”. Poco dopo, un altro passante esce dal negozio e si avvicina. Dopo pochi istanti, l’uomo perde conoscenza. Sabrina lo scuote, ma l'assenza di respiro e il polso carotideo assente sono segni evidenti di un arresto cardiaco.
“Chiedo ad alta voce di chiamare i soccorsi”, continua Sabrina, “mentre inizio il massaggio cardiaco. I soccorsi non arrivano, non so neanche se li hanno allertati. L’uomo, nel frattempo, riprende a muoversi leggermente e, vista la vicinanza all’ospedale, carichiamo l’uomo in un’auto fermata poco prima e lo portiamo al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini. Resto fuori per un po' in attesa di notizie, e mi dicono che è in codice rosso”. In quei momenti, Sabrina rivive l'intera scena, come in un film, ma sa che è la realtà.
“Ritorno dopo circa un’ora. Avevo paura di ricevere una notizia infausta. Invece, mi riferiscono che l’uomo ce l’ha fatta, è stabile. Il peggio è passato”.
La storia di Sabrina Pepe è ora al vaglio del Consiglio Direttivo dell'Opi Napoli, Ordine professionale presso il quale è iscritta dal 2015, per conferirle un meritato encomio.
“Esempi di professionalità, umanità e di aderenza ai valori universalistici del nostro Codice Deontologico aprono il cuore alla speranza di un presente e un futuro fatto di vicinanza e aiuto disinteressato”, afferma la presidente dell'Opi Napoli, professoressa Teresa Rea. “La collega Sabrina Pepe ha interpretato al meglio questi valori. Il suo esempio deve essere indicato, soprattutto ai giovani, come modello per rappresentare il vero senso di essere e sentirsi infermieri: la professione più bella al mondo.”