Page 19 - Napolisana n.1 2018
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Marzo 2018 NSCursing 19
Supplemento
Ricerca infermieristica
INTRODUZIONE quanto siano indispensabili per i pazienti e i loro familiari.
Tutto questo contesto si amplifica e si complica notevolmente nei
L’Area dell’emergenza-urgenza è un luogo di cura nella quale i
pazienti sono essenzialmente sconosciuti e potenzialmente grave- PS1 nei quali non lascia sempre, anzi quasi mai, spazio agli aspetti
mente malati o feriti. L’infermiere di Pronto Soccorso (PS), può rap- relazionali, comunicativi e al supporto emotivo ai pazienti. Il PS,
presentare il driver di cura e di sostegno anche per le famiglie. Il erroneamente, è considerato un luogo in cui viene trattato il sintomo
processo di fornire le cura di fine vita per i pazienti morenti e soste- in emergenza e non il paziente, un posto che tralascia i vissuti delle
gno alle loro famiglie, viene sottovalutato e c'è poca ricerca dispo- persone perché la priorità non è la stato psico-sociale ma esclusiva-
nibile a supporto del contributo e delle azioni dell'infermiere di mente quello fisio-patologico.
emergenza nel fine vita1.
Dalla letteratura emerge che gli atteggiamenti degli infermieri
D’altra parte le morti improvvise e scioccanti, eventi acuti o gravi verso la cura per i malati terminali possono avere un importante in-
incidenti, sono parte della realtà di tali setting assistenziali nei quali, fluenza sull’assistenza erogata (Mastroianni,2015).
la morte, non è molto lontana dalla quotidianità di un PS2-3. Inol-
tre gli atteggiamenti degli infermieri verso la morte e il morire pos- Tali studi hanno esaminato le associazioni tra gli atteggiamenti
sono influenzare la qualità delle cure erogate durante le fasi critiche personali verso la morte e la cura dei pazienti morenti. La maggior
o terminali della vita di una persona4. Sebbene la morte sia un fe- parte di questi studi si sono concentrati sulla figura dell'infermiere11
nomeno universale che riguarda tutti gli esseri umani, indipenden- o studenti infermieri nella cura dei pazienti oncologici terminali.
temente dalle loro condizioni di vita, viene comunque percepita
come un evento temuto e pertanto si è poco propensi a parlarne4. A nostro conoscenza, non ci sono studi in Italia e pochi a livello
internazionale1 che hanno indagato gli atteggiamenti degli infermieri
Ognuno ha un atteggiamento soggettivo nei confronti della morte, e studenti infermieri nel fine vita nelle aree di emergenza-urgenza ed
ha un proprio modo di affrontarla e di elaborarla.Gli operatori sani- in particolare in PS. Tali conoscenze potrebbero contribuire a pro-
tari, in particolar modo infermieri e studenti infermieri, svolgono un muovere l’adozione di atteggiamenti positivi negli infermieri e stu-
denti infermieri, nelle cure di fine vita in PS.
importante e fondamentale ruolo nella cura e nella presa in carico
di persone che stanno per morire e dei loro familiari5. 2 OBIETTIVO
L’obiettivo dello studio è quello di descrivere gli atteggiamenti
I pazienti nel loro fine vita, sperimentano una varietà di bisogni degli infermieri e degli studenti infermieri nelle cure di fine vita in
che comprendono non solo i bisogni fisici, che la condizione clinica PS.
richiede ma anche bisogni spirituali e sostegno emotivo6.
3 MATERIALI E METODI
Prendersi cura di queste persone e dei propri cari diventa quindi È stato condotto uno studio trasversale, nel periodo tra Giugno e
una grande sfida per la pratica infermieristica perché richiede abilità Settembre 2017, con campionamento di convenienza di infermieri
emotive, professionali e quindi una buona formazione nell’approc- afferenti al PS del P.O. di “Pineta Grande” (n. 20) in provincia di Ca-
cio ai morenti. Ovviamente questo tipo di assistenza ha delle riper- serta ed al PS dell’A.O.R.N. “A. Cardarelli” di Napoli (n. 60). Il
cussioni di non poco conto sugli operatori sanitari coinvolti. Alcuni campione di studenti infermieri ha incluso tutti gli studenti che fre-
studi infatti hanno rivelato che l’assistenza al paziente morente su- quentavano il 3° anno (n. 40) del corso di laurea in Infermieristica
scita, in coloro che erogano salute e benessere, emozioni negative dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, sede di Castel
come sentimenti di impotenza, paura, angoscia e ansia. Queste emo- Volturno. La scelta di includere il 3° anno di corso è stata fatta con-
zioni poi si ripercuotono inevitabilmente sull’assistenza fornita con siderando che, il linea con le attività didattiche programmate, l’in-
un impatto negativo6. segnamento sull’infermieristica nelle cure di fine vita fosse stato
completato.
In uno studio condotto in Iran su 155 infermieri, afferenti ai reparti
di oncologia e terapia intensiva di 3 ospedali, è emersa la correla- Strumento di indagine
zione tra il grado di autonomia degli infermieri e le attitudini nei Dalla revisione della letteratura, emerge che la scala Frommel At-
confronti dei pazienti morenti7. Il maggior livello di autonomia degli titudes Toward Care of The Dying (FATCOD) è uno strumento ef-
infermieri influenza positivamente le abilità del prendersi cura nel ficace per valutare l’atteggiamento degli infermieri e studenti
fine vita8. infermieri rispetto al fine vita. La scala è stata validata in diverse
lingue10, 12, ed è stata effettuato anche in Italia il processo di adatta-
Altro fattore che condiziona gli atteggiamenti degli infermieri e, mento culturale e analisi delle proprietà psicometriche per la vali-
di conseguenza l’assistenza ai pazienti morenti, è rappresentato dal dazione del FATCOD A e B (Mastroianni, 2015)
livello di formazione. L’adeguata competenza professionale pre- Lo strumento descrive le attitudini degli intervistati (infermieri e
suppone anche la formazione di atteggiamenti assistenziali positivi studenti infermieri) nelle cure di fine vita mediante 30 affermazioni,
nei confronti della morte, del paziente e della sua famiglia, già dai di cui 15 dichiarazioni positive (items 1, 2, 4, 10, 12, 16, 18, 20, 21,
corsi universitari di primo livello9. 22, 23, 24, 25, 27 e 30) e 15 dichiarazioni negative (items 3, 5, 6, 7,
8, 9, 11, 13, 14, 15, 17, 19, 26, 28 e 29) con 5 possibilità di risposta
Una buona formazione del professionista garantisce un buon ap- per ciascuna affermazione: sono fortemente contrario, sono contra-
proccio e un’adeguata gestione situazionale nelle scelte e nelle de-
cisioni dei familiari del paziente e nell’elaborazione del lutto10. È
possibile dedurre quanto una buona assistenza al paziente nel fine
vita sia legata ad una serie di fattori concatenati gli uni agli altri e
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